ANCORA BRUCIA
5/6 dicembre 2007, Torino, stabilimento della Thyssen Krupp, turno di notte, scintille, olio nebulizzato, nuvola di fuoco, sette operai diventano torce umane, moriranno tutti nell’arco di pochi giorni.
Indagini concluse in meno di novanta giorni.
5 gradi di giudizio, 28 giudici, 10 pubblici ministeri.
La Corte di cassazione, sentenzia definitivamente il 16 maggio 2016.
Gli imputati italiani scontano subito la pena, l’amministratore delegato condannato a 9 anni e 6 mesi e il direttore generale condannato a più di 8 anni, quali cittadini tedeschi si appellano all’autorità giudiziaria tedesca.
Accordi internazionali consentono di eseguire in Germania massimo 5 anni di reclusione.
Solo nel luglio 2020 il direttore generale va in regime di semilibertà.
L’amministratore delegato si appella ancora alla Corte federale che gli sospende la pena.
Un senso di (in)giustizia, brucia ancora.